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Promesse per la ricerca da un atlante neuroevolutivo

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Il 18 maggio 2007 il  Journal of the International Neuropsychological Society” ha pubblicato i dati emersi dal più esteso studio, mai effettuato, sullo sviluppo cerebrale, cognitivo e comportamentale dall’ età di 6 anni alla prima età adulta (18 anni), svolto a partire dal 1999 dai NIH (National Institutes of Health).

La ricerca è stata diretta dalla Drssa. Deborah P.Waber, PhD dell’Harvard Medical School che lavora al Dipartimento di Psichiatria dell’Ospedale Pediatrico di Boston, tale indagine è stata realizzata su un campione di bambini sani, raggruppati in fasce di età (da 6 fino a 18 anni), seguiti per quattro anni, selezionati sulla popolazione di 5 estese aree metropolitane dell’intero territorio degli Stati Uniti, secondo i criteri adottati nei censimenti per garantire la diversità demografica.

Rigorosi esami clinici hanno escluso bambini con problemi medici e disordini psichiatrici, fattori familiari di rischio per patologie fisiche e psichiche ed esposizione prenatale a sostanze tossiche.

“Dalla gran mole di dati raccolti si è ottenuta una serie di valori di riferimento che scienziati e clinici che si occupano di cervello potranno usare come riferimento” (ha sostenuto il direttore dei NIH – Elias A. Zerhouni, MD.).

Da una popolazione iniziale di circa 35.000 famiglie, i ricercatori sono stati in grado di eleggere approssimativamente 450 bambini, di cui 385 di 6 anni o maggiori. Una volta iscritti sono stati sottoposti a risonanza magnetica cerebrale ed hanno eseguito una serie di test comportamentali e cognitivi atti ad accertare il quoziente intellettivo(QI), le abilità verbali, la velocità di elaborazione mentale, le abilità spaziali, quelle mnemoniche, la destrezza motoria fine, le abilità di calcolo e di lettura, le principali funzioni psicologiche, ed altre funzioni cognitive. La maggior parte di loro ha ripetuto più volte i test nel corso degli anni per documentare lo sviluppo.

Nel complesso il gruppo di bambini sani ha ottenuto risultati migliori di gruppi equivalenti esaminati in precedenti ricerche simili, probabilmente per i rigorosi criteri di selezione adottati in questa occasione.

Dalle analisi dei dati, effettuate finora, emerge:

·        Le differenze tra i sessi previste, in base a studi precedenti, risultano minime. I ragazzi nel complesso ottengono risultati migliori nelle analisi percettive, le ragazze nella velocità di elaborazione e nella destrezza motoria fine. Le ragazze hanno anche mostrato un leggero vantaggio nell’apprendimento verbale, ma all’adolescenza il vantaggio scompare.

·        La prevista correlazione basso reddito-quoziente intellettivo è risultata ridotta, rispetto alle previsioni, anche se va sottolineato che molti bambini di famiglie a basso reddito sono stati esclusi per carenti condizioni fisiche e ritardi nello sviluppo. Benché il reddito non risulti predittivo delle prestazioni in compiti cognitivi di base, quali la memoria o la lettura di singole parole, è altamente correlato alla comprensione durante la lettura ed al calcolo. Gli autori suggeriscono che i compiti, che richiedono maggiori capacità di ragionamento e di integrazione cognitiva, siano più vulnerabili agli effetti dei fattori legati alla povertà.

·        L’età incide in modo atipico: vi è un rapido sviluppo dai 6 ai 10-11 anni, una stabilizzazione intorno agli 11-12 anni ed un rallentamento o addirittura un arresto dello sviluppo cerebrale e prestazionale durante l’adolescenza. La Waber è tuttavia cauta riguardo a questo punto, perché i risultati sono a “macchia d leopardo” e quindi il rallentamento dello sviluppo durante l’adolescenza, che si ottiene valutando i dati del gruppo, vagliato nel suo complesso, non corrisponde alle diversità individuali, dove al contrario, in alcuni casi si osserva, al contrario, un incremento ed un’accelerazione dello sviluppo stesso.

·        Saranno di fondamentale importanza le immagini cerebrali delle innumerevoli risonanze magnetiche (RM), spettroscopie a risonanza(SRM), degli esami da tensore a diffusione (DT) effettuate per certificare lo studio di diverse strutture e connessioni cerebrali durante lo sviluppo, altrettanto rilevanti si dimostrerà la valutazione dei cambiamenti nella chimica cerebrale (dati la cui pubblicazione è prevista entro l’estate). Alcune strutture aumentano di dimensioni, altre si rimpiccioliscono o cambiano forma;  così come le loro connessioni.

Lo scopo ultimo del progetto è fornire un atlante dello sviluppo tipico del cervello infantile sano correlato ai reperti delle funzioni neurocomportamentali, da usare come standard con il quale confrontare le immagini dei cervelli di bambini affetti da disordini e/o malattie dello sviluppo.

I ricercatori sperano di riuscire, in tal modo,  a chiarire le cause sottostanti i problemi di sviluppo quali il disordine da deficit di attenzione e l’autismo. I risultati ottenuti verranno inseriti in un database ad accesso libero per renderli consultabili gratuitamente a scienziati, ricercatori, medici e psicologi.

“Se capissimo il processo tramite il quale il cervello normale si sviluppa ed i modi in cui può incepparsi questo ci aiuterebbe a sviluppare terapie mirate per correggere per ripristinare lo sviluppo corretto”, ha sostenuto la Waber.

A Cura di Giovina Ruberti     

Bibliografia-Siti

www.baltimoresun.com

www.childrenshospital.org

 
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