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La Danza Movemento Terapia nel Reparto di Oncologia Pediatrica

La presa in carico del malato pediatrico oncologico svolta nei centri di emato oncologia pediatrica, presuppone la presa in carica dell’intera famiglia, che è supportata a sua volta dalle associazioni dei genitori che in molti casi finanziano le attività ludiche nel reparto. Le famiglie passano tempi non stabiliti in ospedale, tempi dettati dai cicli della chemioterapia, lontano dalle loro case e abitudini, vivendo una dimensione fuori dal tempo. Da molti anni, si cerca di affiancare alle classiche figure del clown e dell’ arte terapeuta, una nuova figura professionale: il danza movimento terapeuta.


La DanzaMovimentoTerapia tende all’armonico sviluppo dell’individuo attraverso l’uso del movimento inteso come mezzo per la scoperta di sé, del proprio corpo e delle sue capacità espressive. Il linguaggio di cui si avvale, pone attenzione all’area dell’esperienza preverbale e ai processi di simbolizzazione. Il movimento è il sistema primario e arcaico della comunicazione.


Il decorso della malattia oncologica ha un profondo impatto sul corpo e sull'immagine che la persona ha di se stessa.  Le limitazioni del movimento e le richieste mediche costanti provocano disagi e frustrazioni. In particolare, i bambini possono perdere la possibilità di muoversi ed esprimersi creativamente con il corpo, cosa che denota un blocco nell’età evolutiva.


Attraverso questo approccio espressivo il bambino può relazionarsi simbolicamente con la sua realtà: ansia, paura, senso di colpa, la preoccupazione e il prendersi cura dei loro genitori.
Lasciar parlare il corpo significa attivare un setting specifico, in cui creare uno spazio transizionale condiviso, affinchè prenda vita il processo creativo che permette al bambino di potersi sentire non solo malato e incapace.
Come sostiene Marcia Plevin, danzamovimentoterapeuta e pioniera di questo approccio nel reparto oncologico del Bambin Gesù: “ le mura di una stanza di ospedale non costituiscono un setting consueto, non c’è uno spazio chiuso e protetto, ma il terapeuta attraverso la sua funzione di Corpo Ambiente, si mette al servizio di ciò che l’ambiente richiede divenendo oggetto trasformativo in uno spazio potenziale (Winnicott, 1985).


La malattia è presente ma i bambini possono sperimentare ‘altro’ dalla malattia e scoprire l’immagine di un corpo sano e creativo. Un bambino può iniziare una sessione con gli occhi affaticati e stanchi, però quando respira a pieni polmoni, allarga le braccia, lancia una palla con sfida, rabbia o gioia, oppure fa fluttuare una sciarpa al tempo della musica, può liberare energia repressa.  La relazione con lo spazio si modifica,  l’atmosfera nella stanza cambia e c’è un impulso ad autoaffermarsi: ‘Io sono’, ‘Posso fare!’


L’intervento avviene ogni volta in condizioni diverse a seconda delle  possibilità dei bambini: a letto, in piedi e in base al tipo di linguaggio corporeo che il paziente ci offre.
Combinando gli elementi base del movimento da bloccato a libero e viceversa, si regola l’emotività attraverso il flusso della tensione, laddove per flusso di tensione si intende la capacità di lasciar fluire l’energia attraverso i muscoli. Una prolungata ospedalizzazione sbaraglia l’Io somatico, quello che Anzieu chiama “Io pelle”, e ciò rende sempre più fragile lo sviluppo di una unità psichica, soprattutto in fase evolutiva. In funzione di ciò diventa essenziale poter sperimentare e ricostruire una nuova difesa al corpo invaso. Soprattutto gli adolescenti che entrano in reparto spiegano come nel momento in cui entrano in ospedale il loro senso del vivere venga automaticamente interrotto, per loro quelle mura non sono vita, e cosi si smette di mangiare, si ha difficoltà a seguire un film.


Non c’è sempre una collaborazione da parte di tutti i pazienti, spesso gli effetti secondari della chemioterapia non lo permettono altre volte non è facile, invece, darsi la possibilità di mettersi in gioco, di scoprirsi altro, ma in un reparto del genere, la danza movimento terapia è davvero uno strumento essenziale, perché riesce a trasformare l’angoscia di morte in una danza di piume colorate.
Il numero totale dei casi incidenti di tumore in età pediatrica e durante l’adolescenza in Italia non è mai stato misurato attraverso registri nazionali. Ma è una realtà in forte aumento: leucemie (+1,6%), linfomi (+4,6%) e tumori del sistema nervoso centrale (+2%).
Le fasce di prevalenza possono essere cosi suddivise:
0-2 anni (neuroblastoma, neuroblastoma e retinoblatoma), 3-5 anni (leucemie e sarcomi delle parti molli), 5-9 anni (tumori del sistema nervoso centrale), 10-15 anni (linfoma di Hodgkin e tumori ossei). Ad oggi la speranza della sopravvivenza nei paesi occidentali supera il 70% ai 5 anni, sembrano migliori le risposte ai farmaci rispetto l’età adulta.
Questi dati ci dovrebbero fa interrogare sulla necessità di potersi avvalere di strumenti di sostegno psicologico nei reparti ospedalieri, che permettano di non interrompere lo sviluppo emotivo di ogni bambino, che non ha bisogno in quel momento di parole, ma di riappropriarsi di un suo confine e di un suo spazio nella vita.
Purtroppo ancora si è diffidenti nel fare entrare lo psicologo in molti reparti, non si capiscono bene le logiche, ma è un grande vuoto che si lascia nel reparto.

Dr.ssa Valentina Bottiglieri

BIBLIOGRAFIA

  • "Documento tecnico di indirizzo per ridurre il carico di malattia del cancro per il 2011-2013" dal sito del Ministero della Salute  www.salute.gov.it .
  • Marcia Plevin, un tempo fuori dal tempo, tratto da Lasciar parlare il corpo, Art therapy italiana- Istituto Di Ortofonologia A cura di Anna Di Quirico, Edizione Magi 2012
  • Marcia Plevin, Spazio transazionale e nuovi spazi di Danza Movimento Terapia. Conferenza Apid 2010
  • Winnicott D.W., Playing and reality, London, Penguin Books, 1985
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  • La danza movimento terapia nel reparto di oncologia pediatrica

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