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La fiaba di Cappuccetto Rosso fa bene ai bambini

 

Si hanno diverse versioni della favola di Cappuccetto Rosso, due dei fratelli Grimm e una di Perrault.

Non per quest'ultimo la favola ha raggiunto il successo che conosciamo, poiché la versione della stessa finiva con “[..] il malvagio lupo si gettò su Cappuccetto Rosso e la divorò”. La frase è seguita da una poesia che ammonisce tutte le bambine che non devono dare ascolto agli sconosciuti.

In questa versione non c'è rinascita, ed una scissione profonda tra il bene e il male, cosa impossibile nella realtà delle emozioni umane.

La versione della favola più famosa è una di quelle dei fratelli Grimm, che tra loro differiscono di poco. Ed è anche la versione che sottintende più risvolti psicologici che aiutano il bambino nella varie fasi della sua crescita, prendendo ciò che più gli serve in ognuna di queste.

Il bambino non è certo consapevole a cosa gli serva la favola o quali siano le difficoltà che cerca di capire tramite essa. Tutto il lavoro che la mente e le emozioni del bambino fanno, sono a livello inconscio, non consapevole.

E' tra l'altro importantissimo non raccontare ai bambini i risvolti psicologici, poiché ciò non permetterebbe al bambino di usufruirne a seconda delle sue necessità o, peggio, si farebbe in modo di non permettere al bambino di usufruirne.

In poche parole, nella trama della favola vengono affrontati temi quali il rapporto conflittuale madre-figlia, il rapporto padre-figlia, le fantasie sia sulla madre buona e cattiva che sul padre buono e cattivo, viene messo in guardia il bambino da alcuni uomini malvagi che approfitterebbero della sua ingenuità per ingannarlo e abusare di lui, viene affrontato il tema della sessualità infantile, dell'ambiguità dei sentimenti e delle emozioni, i cui opposti possono convivere nell'inconscio.

Non è un caso che molti libri sulla pedofilia utilizzino Cappuccetto Rosso assimilandolo ai bambini abusati e il lupo cattivo al pedofilo.

Un tema molto importante, che nella versione di Perrault non viene toccato, è il tema della crescita, della rinascita.

Infatti la storia di Perrault finisce con il lupo che mangia Cappuccetto Rosso e un monito, mentre quella dei fratelli Grimm finisce con l'arrivare del cacciatore (l'uomo buono, di cui non si sa niente e che dà poca confidenza a Cappuccetto Rosso, contrapposto al lupo cattivo, probabilmente per non andare a toccare fantasie di seduzione come invece accade con il lupo) che, trattenendo il suo istinto di uccidere il lupo con un colpo di fucile per non mettere in pericolo la nonna nella pancia, apre la pancia del lupo e fa uscire Cappuccetto Rosso e la nonna (la rinascita, il passaggio da uno stato bambinesco ad uno più adulto, dove ora Cappuccetto Rosso sa cosa fare per evitare di cadere nelle grinfie del lupo). E' Cappuccetto stessa, appena uscita dalla pancia del lupo, ad avere l'idea di riempirne la pancia di sassi in seguito alla quale il lupo morirà (E' quindi con il cambiamento, la rinascita appunto, ad un livello di maturità diversa che Cappuccetto stesso sa come fare per allontanare il lupo lontano da sé per sempre).

La fiaba di Cappuccetto Rosso, come tutte le vecchie fiabe, sono importanti per la crescita psicologica, emotiva e creativa anche dei bambini del 2000. Raccontate queste vecchie, ma attuali, fiabe a tutti i bambini, stando però attenti a non rivelarne il significato psicologico per non vanificarne lo scopo.

Letture da cui ho preso ispirazione: B. Bettelheim, “Il mondo incantato”, Feltrinelli

Dr.sa Paola Romitelli

 

 

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