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Cura e crescita in comunità dei bambini fino a 3 anni di età

 

Un'immagine molto elementare che può descrivere un educatore di comunità, e la modalità di rapporto con i bambini, è quella dell'educatore malleabile.
Infatti, l'idea che viene fuori dall'esperienza con l'equipe e i gruppi, sottogruppi e singoli bambini è quella dello "stare intorno", disporsi (in senso sia fisico che di atteggiamento mentale) in prossimità dei bambini e di volta in volta cambiare la posizione e l'approccio, secondo necessità.

Una modalità questa che appare adeguata alle necessità dei bambini ma anche a quelle degli adulti, che non si
gioverebbero di posizioni rigide nell'attuazione di un progetto educativo.
Questo atteggiamento permette di adeguarsi ai cambiamenti del singolo e del gruppo in modo
efficace e veloce, per il lavoro degli adulti e in aiuto all'adattamento dei bambini, che vengono
sostenuti dalla prontezza di chi opera intorno a loro e inseriti nel gruppo con un occhio attento.
Quando un educatore attende un bambino in casa-famiglia mette in atto un meccanismo di
traslazione dallo spazio fisico a quello mentale, che gli permette, durante i preparativi, di fare spazio
nella casa e nella sua mente.
Lo spazio nella casa sarà molto importante: il bambino avrà il suo letto e il suo armadio, lo spazio
per riporre i suoi giochi, i regali, i ricordi. Dovrebbe avere uno spazio solo suo che non dovrà
condividere con tutti i bambini.
Lo spazio mentale che l'educatore saprà dedicare al bambino sarà altrettanto importante perché gli
permetterà di seguirlo con la massima cura e attenzione, sarà uno spazio che conterrà tutti i
problemi e tutte le conquiste del piccolo, che si tradurrà nel contenimento fisico ed emotivo
necessario ad un corretto sviluppo della personalità.
I bambini non devono essere lasciati soli nel gruppo, ma avvicinati con il rispetto e
l'assertività che riserviamo a volte solo agli altri adulti. Il rispetto si traduce in gesti cauti e dolci, in
attese e ricerca continua di strategie educative e possibilità di gioco.

L'assertività è da intendersi
come fermezza e coerenza nei gesti e nelle parole, in modo che il bambino abbia dei riferimenti
chiari e dei modelli saldi a cui ispirarsi e aggrapparsi nei momenti di scoraggiamento.
Una modalità comunicativa di questo genere facilita anche la trasmissione delle regole, quantomai
necessarie in un contesto comunitario ma a volte difficili da comprendere e rispettare per i bambini,
soprattutto quando provengono da ambienti dove non ne avevano.

La consuetudine e la regola per i
bambini è sicurezza, la ripetizione sempre uguale delle loro attività quotidiane e la presenza
costante degli educatori che diventano familiari li libera dalle paure dei primi giorni e consente
un'esplorazione più concentrata e lo sviluppo del senso di appartenenza e di un'identità integra.

Dr.ssa Susanna Elena Violanti

 

 

 

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